mercoledì 31 agosto 2011

Libro, ma quanto mi costi?

Mai più sconti oltre il 25%

Polemiche per la norma anti Amazon

Approvata in via definitiva al Senato una legge bipartisan che limita la libertà delle librerie di applicare offerte e promozioni. Per proteggere i piccoli esercenti, dicono i promotori. Ma si rischia di danneggiare consumatori e commercio elettronico...ROMA - Una norma appena approvata al Senato in via definitiva fissa un tetto agli sconti che le librerie possono fare sui libri (fisici e digitali). È la legge Levi 1, ma è già nota non ufficialmente come “legge anti Amazon”, perché sembra pensata soprattutto per ridurre la possibilità dei grandi negozi online (come quello del gigante americano Amazon, appunto) di fare grossi sconti sui libri. Il provvedimento arriva tra le polemiche di consumatori ed esperti: si teme che l’effetto sia il rincaro del costo dei libri.

Va detto che è una legge bipartisan che prende il nome dal Riccardo Levi (Pd), che vi si è dedicato da due anni, ma l’ha promossa anche Franco Asciutti (Pdl). I due senatori sono rispettivamente il primo firmatario e il relatore della legge che stabilisce che le librerie non potranno più fare sconti liberi, ma al massimo farne del 15 per cento sui prezzi di copertina.

In casi particolari, si potrà arrivare al 20 per cento: come per le offerte all’interno di un salone del libro o destinata a organizzazioni no profit, biblioteche, musei pubblici, scuole. Il tetto passa al 25 per cento in un caso eccezionale, come le campagne promozionali realizzate direttamente dagli editori, e per massimo un mese; ma non saranno possibili a dicembre, ovvero sotto il periodo natalizio.

Il plauso degli editori. Marco Polillo, presidente dell’Associazione italiana editori ha detto che la legge “migliora sostanzialmente la situazione attuale, di fatto senza controllo, attraverso una regolamentazione del mercato che, pur garantendo ai lettori la possibilità di accedere alle varie offerte decise dagli editori sulla loro produzione, definisce in maniera certa i limiti entro cui si potranno fare le promozioni”.

Ibs e Amazon saranno i più colpiti dal provvedimento. I negozi online riuscivano infatti a fare gli sconti migliori, grazie alla vendita per corrispondenza e a buone economie di scala. Lo dice esplicitamente l’editore Giuseppe Laterza: “La legge consente ai rivenditori indipendenti di mettersi al riparo dalla concorrenza selvaggia e dalle massicce campagne di sconto delle grandi catene, dei supermercati e dei siti di vendita online come Amazon".

Non a caso, Ibs sta reagendo con la campagna 'Fuori tutto', con sconti del 75 per cento su 150 mila prodotti, prima che entri in vigore la legge.

La reazione dei consumatori. Ma se la legge vuole proteggere le piccole librerie, non rischia di danneggiare i consumatori e l’e-commerce italiano (mercato ancora immaturo) con un paletto artificioso? Questa è l’incognita. Ma per le associazioni dei consumatori non ci sono dubbi: Vincenzo Donvito, presidente di Aduc, si scaglia contro una norma che ritiene dannosa per i lettori e il mercato.

C’è chi nota una contraddizione con la campagna dello stesso governo, mirata a far leggere più libri. I liberali dell’Istituto Bruno Leoni hanno avviato una petizione per convincere il presidente Napolitano a non firmare la legge, perché contrasterebbe “con l’art. 41 della Costituzione e si profila come irragionevole secondo l'articolo 3 della Costituzione, restringendo il mercato dei libri e rendendolo meno accessibile a quanti oggi, tra la popolazione meno abbiente, vengono agevolati all’acquisto da sconti invitanti”, si legge nella petizione. Secondo i firmatari, la legge contrasterebbe anche con il principio comunitario di libera concorrenza.

Secondo l’Istituto danneggerà il mercato tutto. Compresi i piccoli attori. “I piccoli librai, come i piccoli editori, riescono ancora a sopravvivere proprio grazie alla possibilità di immaginare strategie di mercato diverse, parallele e alternative basate, ad esempio, su promozioni in occasione di qualche anniversario, sulla fidelizzazione di clienti affezionati che meriterebbero un trattamento di riguardo, sull’accessibilità del commercio elettronico, insomma sulla libertà di concepire un mercato atipico che, con un po’ di fantasia e coraggio, possa affiancarsi ai grandi marchi e fare la sua parte nella promozione della cultura”.
 
Articolo di ALESSANDRO LONGO
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