martedì 7 aprile 2015

'68

Quando non c'è più posto all'inferno.
Sturiellet Naso Peloso e Pippo Sballato presentano la "non recensione" del condominio di '68 di Mark Kidwell. Disegnato da Nat Jones, edito da Saldapress.

Secondo alcune interpretazioni gli zombie sono nati come metafora della società dei consumi che ha trasformato l'uomo in un essere programmato per lavorare, consumare e omologarsi al branco; un parassita "liberal-democratico" che si insinua nel cervello, fin dalla tenera età, trasformando l'individuo in un automa di carne, livellando completamente le diversità e le preferenze, sopprimendo ogni germe creativo con un unico obiettivo: consumare.

Di fronte al genere, però, le varianti sono infinite. L'opera di Kidwell  ci offre una rilettura in chiave horror del contesto politico e sociale degli ani '60 (emancipazione femminile, libertà di pensiero e sessuale, nessun ostacolo all'uso di droghe viste come stimolo a una maggiore consapevolezza dell'essere); e in particolare una rilettura horror dell'infernale e dissoluta guerra in Vietnam. 
Una guerra nata per interessi economici, a cui i soldati americani partecipano (subendo la prima vera sconfitta politica e ideologica) ubbidendo a ordini insensati in mezzo all'inferno verde del Vietman; contro un nemico, il vietcong, del tutto alieno, in un ambiente dove le nuove tecnologie belliche ben poco possono fare; e trovandosi contro anche i civili, compresi i bambini, disposti a sacrificarsi facendo da kamikaze contro soldati e blindati. 

Ma la vera domanda del fumetto è: «chi sono i veri mostri in questo inferno?» 
Ci sono i vivi che si uccidono in maniera insensata, in nome dell'equilibrio economico che sostiene il consumismo. E ci sono gli zombie, fantocci in decomposizione che non fanno altro che seguire il proprio istinto primario di sopravvivenza cercando qualcosa da mangiare.
La morte è democratica come il virus che trasforma i morti in zombie; il risultato è un esercito di cadaveri vietcong e americani, indistinti, a formare uno sterminato "branco", un popolo della decomposizione senza bandiere, frontiere e ideologie (come se le parole cantate da John Lennon in "Imagine" si fossero avverate, reinterpretate da Satana in persona). Un'unità nel nome dall'unico bisogno primario di cibarsi degli ultimi sopravvissuti appartenenti a entrambe le fazioni che, finalmente, si uniscono in una disperata resistenza in mezzo alla foresta.


E nel resto del pianeta? L'infezione dilaga, le manifestazioni di pacifisti contro la protezione civile si trasformano in massacri tra non-morti e vivi; anche in questo caso non ci sono più differenze ideologiche: figli dei fiori e soldati si uniscono, in piazza, per affrontare un branco putrescente di morti-viventi con il fiore tra i capelli o l'uniforme dell'esercito insanguinata. 

Disegno volutamente sporco e poco definito, molto legato alle atmosfere del fumetto pulp horror, dove la resa delle anteriori e del sangue è tutto. Colorazione semplice senza particolare effetti di natura elettronica, predominio dei verdi scuri e del rosso sangue, che danno, al lettore, la giusta sensazione di un'afosa e soffocante foresta infestata da maleodoranti non-morti.
L'acquisto del volume è giustificato, anche solo, per le due storie brevi che chiudono l'albo; due piccoli gioielli di sintesi narrativa e grafica che, da sole, sintetizzano l'obiettivo della serie.

Image in ottima forma e Saldapress sempre pronta a proporre, in Italia, il meglio dell'horror a fumetti dando nuova linfa a un genere che non vuole "morire".

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